| Al Meazza è in arrivo l'onda azzurra A Milano in 7 mila, Novara si ferma per la Tim Cup
Dai tempi di Silvio Piola a Novara non si respirava un'aria così frizzantina intorno alla squadra di calcio. Dal 1977 gli azzurri, club ultracentenario, navigano stabilmente nelle gelide acque della serie C (oggi Lega Pro) e l'entusiasmo dei tifosi ha finito col tempo col mimetizzarsi con il nebbioso ambiente circostante lo stadio, proprio all'indimenticato Piola intitolato. Oggi la nebbia ha lasciato posto a un sole raggiante che illumina ciò che di buono la società, sotto la fresca gestione De Salvo, è tornata a fare. Se il Novara di questa stagione è un rullo compressore, ancora imbattuto in gare ufficiali e capace di regalarsi l'emozione di affrontare il Milan al Meazza trent'anni dopo, il merito è anche delle promesse mantenute ai piani alti.
Mercoledì 13 gennaio, ore 16, un'intera città si fermerà come si trattasse dell'ennesima festività del periodo natalizio. L'appuntamento, invece, è con la storia. Di quelli che nella provincia piemontese non si vedevano da tempi immemori e che, da gran parte della curva nord, non sono mai stati vissuti. Gli azzurri scenderanno in campo al Meazza dopo anni di campetti di periferia e lo faranno senza paura, proprio come contro Parma e Siena, e la tifoseria nonostante l'orario da the inglese e biscotti li seguirà in massa.
Non sarà un pomeriggio facile per coloro i quali si dovessero ritrovare sulla statale 11 nelle ore antecedenti l'evento. I numeri della spedizione al seguito della squadra di Tesser sono da pelle d'oca. Si è mossa tutta la città per l'occasione e nessuno vuole mancare l'evento. Non solo i soliti gruppi della curva nord quindi, ma anche torpedoni organizzati da varie associazioni sparse per la città e per tutta la provincia partiranno alla volta di Milano. Evento straordinario se si considera il fatto che di Novara e dei novaresi tutto si può dire tranne che non siano devoti al lavoro. Il 13 gennaio però ci sarà un unico grande ufficio per tutti: 7 mila e più poltrone per un'unica grande scrivania di colore verde.
Mobilitazione che sorprende anche l'amministratore delegato rossonero Adriano Galliani che, dopo essersi reso conto direttamente della crescente febbre azzurra e dei relativi numeri, ha ironicamente commentato a 'La Tribuna Novarese': "Ma a Novara non si lavora?". Si perchè, come commenta lo stesso Galliani - "i biglietti sono stati venduti quasi tutti in provincia di Novara, andrà a finire che ci saranno più tifosi azzurri che rossoneri". Tutto vero, visto che l'entusiasmo dei supporters piemontesi, ha fatto più volte andare in tilt i sistemi di vendita rossoneri.
Una vera e propria festa dello sport insomma, un'occasione per assistere senza tensioni a una bella festa, a un'occasione insolita, senza odio e pregiudizi di sorta che troppo spesso si ritrovano tanto sui campi di Serie A, quanto su quelli di Lega Pro. Un 'Derby dell'entusiasmo' per dirla alla Leonardo, professore di allegria oltre che di gioco offensivo. Se in casa Milan c'è tanta curiosità in merito all'arrivo del Novara, sulla sponda biancoblu regna il rispetto e l'emozione come sottolineano le parole del ds Sensibile che scherza: "Abbiamo già pronto lo smoking e per l'occasione... mi taglierò i capelli". Una battuta per smorzare la tensione (Sensibile è calvo) e i facili entusiasmi per lo storico avvenimento.
La forza degli azzurri, fino a questo momento autentici dominatori in Prima Divisione, è stata proprio la capacità di dividersi tra la specialità della Tim Cup e la realtà di un campionato e quell'obiettivo da raggiungere chiamato promozione in serie B. La dimostrazione più lampante si è avuta proprio dopo la straordinaria affermazione di Siena che ha regalato l'emozione del Meazza. Tre giorni dopo i ragazzi di Tesser affrontavano l'antagonista principe in campionato in trasferta e in campo ci andarono dieci giocatori diversi rispetto alla sfida di Siena. A Cremona vinsero 2-0 portando a cinque i punti di vantaggio sulla diretta inseguitrice. Forza mentale di un gruppo composto da venti possibili titolari, con giocatori interessanti come Ujkani, Ludi, Lisuzzo e Bertani e 'vecchie volpi' come Motta (bomber di categoria e capocannoniere al momento), Ventola, Rubino e l'ultimo arrivato Gemiti. Un mix di gioventù ed esperienza che, al momento, si sta rivelando vincente.
Così come vincente è stata la scelta della società, guidata dalla famiglia De Salvo, di restaurare un antico mulino seicentesco facendo nascere 'Novarello - Villaggio azzurro', inaugurato nel 2007. Situato a pochi chilometri dal centro di Novara, per la prima volta nella sua storia il club piemontese può vantare una vera e propria casa, stile Milanello per il Milan, in cui sono ospitate strutture quali l'ufficio della Presidenza e della Dirigenza, l'ufficio stampa, l'amministrazione e tutto il settore giovanile (di grande livello anch'esso con la Berretti che da un paio d'anni sta facendo grandi cose), più ristoranti, sale congressi e camere per i vari ritiri estivi o invernali. Una vera e propria isola felice lontana dallo stress cittadino, anche se l'euforia intorno all'evento è stata percepita perfettamente.
Mancano dunque poche ore alla giornata da sogno per i tifosi novaresi. I biglietti del proprio settore sono già andati esauriti e l'attesa sta diventando insostenibile. Quello che fino a pochi mesi fa era solo una dolce chimera per i più giovani e un altrettanto dolce ricordo per i più nostalgici, sta diventando realtà e finalmente sette mila tifosi potranno raccogliere l'invito lanciato da Paolo Molina, radiocronista per Radio Azzurra, al termine di Siena-Novara: "Tifosi azzurri, stasera guardate la Champions League. Guardate Milan-Marsiglia e pensate... pensate che su quel campo andremo a giocare anche noi". E la febbre sale...
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